sabato 28 aprile 2012

museo casa enzo ferrari

Difficilmente è possibile non trovarsi d'accordo con le cose che Deyan Sudjic riporta nel suo articolo riguardante il Museo Casa Enzo Ferrari (MEF), specialmente se lo si visita di persona. 
Il progetto è frutto del lavoro di Jan Kaplicky dei Future System, uno studio che ha sempre lavorato mettendo in discussione il concetto tradizionale di spazio e proponendo progetti visionari. In questo caso la scomparsa improvvisa di Kaplicky ha imposto che il suo collaboratore Andrea Morgante portasse a compimento il progetto, rendendo esecutive le idee chiave sviluppate in precedenza. L'idea della copertura nasce prendendo in prestito un sistema di rivestimento in alluminio estruso, utilizzato dagli austriaci per gli scafi delle imbarcazioni, mentre i tre lucernari richiamano chiaramente le prese che sulle automobili portano aria al radiatore. il colore predominante è il giallo modena, lo stesso con cui è rappresentato il cavallino della Ferrari. Il rapporto tra edificio esistente, antica casa di Enzo Ferrari e il museo, sono risolti egregiamente.  La nuova struttura incassata per un  piano nel terreno, si rende discreta nel rapporto dei volumi. La parte vetrata, che funge da filtro tra interno ed esterno, oltre ad abbracciare il vecchio edificio, con le sue riflessioni e trasparenze crea un doppio rapporto dentro-fuori e fuori-dentro. Il primo si esplica tramite un gioco di riflessioni che richiamano da ogni posizione la casa di Enzo Ferrari, il secondo si esplica incorniciando la facciata del vecchio edificio quasi fosse una cartolina o un quadro da diversi punti di vista.
Anche strutturalmente l'edificio è interessante. Tre travi reticolari principali ad arco disposte lungo la sezione trasversale e due pilastri ad Y in facciata costituiscono l'ossatura portante. La spinta della struttura è stata eliminata tramite una serie di tiranti inseriti a livello della platea, utilizzando contrafforti come struttura per il momento di trasporto.
































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